Peggio dell’11 settembre. Così il governatore dello Stato di New York, Andrew Cuomo, ha definito la pandemia di Coronavirus.
Difficile trovare un termine di paragone più calzante anche quando si parla di Italia, sia per le conseguenze in termini di vite umane perse che per l’economia.
L’11 settembre fu un attacco terroristico da parte dell’estremismo islamico, la pandemia di Coronavirus non sappiamo ancora con esattezza da cosa sia nata, se da un errore umano, da uno scambio casuale del virus tra animale e uomo o se da una precisa volontà cinese di colpire “la concorrenza”.
Quello che sappiamo per certo è che l’unica vera economia che in questo momento sta guadagnando da questa pandemia è quella cinese che chiudendo ermeticamente la sola provincia dell’Hubei e con una perdita umana limitata rispetto al resto del mondo (considerando la totalità della popolazione cinese), seppur con qualche punto di sviluppo in meno dovuto alla crisi in occidente, sta continuando a produrre quasi a pieno ritmo e si appresta a coprire i buchi lasciati liberi dalle imprese occidentali a causa della chiusura.
Ne abbiamo avuto la prova proprio questa mattina quando la nostra organizzazione si apprestava a ripristinare un vecchio progetto volto a promuovere il vero made in Italy chiamato FATTO IN ITALIA e ha trovato tutti le estensioni di dominio con questo nome comprate in maniera sistematica da aziende riconducibili alla Cina.
Abbiamo dovuto ripiegare su TRUE ITALIAN (vero italiano) www.trueitalian.info di cui parleremo in un secondo momento dato che il sito è in costruzione. Anticipiamo solo che promuoverà gratuitamente il vero made in Italy, il turismo, la ricerca e le aziende (dalla più microscopica alla più grande) che fanno tutto con prodotti italiani e lavorano nell’eccellenza.
Perché lo facciamo? Perché, proprio come nella lotta al terrorismo islamico che provocò l’11 settembre, riteniamo che i colpevoli abbiano un nome e un cognome e che non si possa fargliela passare liscia. La Cina si è comportata come uno stato canaglia, non si può essere sempre politicamente corretti e continuare a negarlo. Lo dobbiamo alle migliaia di vittime del Coronavirus.
Una occasione da non perdere
Allo stesso tempo la pandemia è per noi “sopravvissuti” una occasione da non perdere, non solo una calamità. È l’occasione buona per modernizzare il Paese, per “deburocratizzare” l’accesso alle risorse, per modernizzare il sistema economico rimasto in alcuni casi (senza esagerare) agli anni 60.
Il divario tra noi e le altre grandi economie mondiali lo stiamo vedendo proprio in questi giorni con le misure d’emergenza che lo Stato sta attuando per cercare di ridurre l’impatto negativo della pandemia sulla nostra economia. Viaggia tutto troppo lento. E non ce lo possiamo permettere.
Forse è arrivato il momento per noi di scoprire il lato buono della parola “sovranismo” laddove per sovranismo si intende curare gli interessi e il bene del nostro Paese. Non è una bestemmia e non deve essere intesa come tale. D’altronde abbiamo visto proprio in questi giorni che gli altri Paesi europei non si fanno scrupolo all’occorrenza di essere fortemente sovranisti. Non vedo perché dovremmo essere solo noi gli scrupolosi.
Reagendo nel modo giusto a questa calamità non solo riusciremo a tutelare il nostro futuro, ma faremmo giustizia anche per le vittime del Coronavirus individuando coloro che l’hanno provocata e combattendoli come loro combattono noi. Il politicamente corretto è morto, facciamocene una ragione e cominciamo a reagire nel modo giusto. Ne va del nostro futuro.